Alessandra bianca

Tempesta
Tempesta urla in me,
onda mi travolge,
di fuoco si veste la mia voce
che dentro si fa immensa,
un boato.
Non posso fare tacere il tuono
dei giorni persi, dei giorni consumati
a chiedermi un perché
che non fu dato,
cercando a scavare nel fango il bagliore di un diamante
cristallo nel nero, un lampo di luce.
Tempesta urla ancora,
ancora forte mi scuote il vento
si porta via parole che avrei voluto udire,
baci che avrei voluto su di me,
abbracci mai stretti.
Tempesta che mi hai strappato i frutti d’oro zuccherino
per trascinarli dove ad afferrarli non riesco,
urli impetuosa in me,
sempre più forte,
nel sonno mi trascini via con te
nel sonno mi lava la tua pioggia.
Tempesta ora placata,
l’urlo tuo una sottile voce,
eterna, leggere, sconfinata,
in nessun tempo confinata.